Autoritratto con sigaro – 1988
Olio su masonite, cm 50×70

Gli anni della svolta

C’è un episodio biografico significativo nella vita di Carlo Bottiroli: nel 1978 sua moglie e tre figli subiscono un grave incidente stradale.

I familiari dell’artista ne escono senza gravi conseguenze, “quasi per miracolo”, ma l’episodio segna profondamente Carlo Bottiroli.

Non è solo per coincidenza che da quel momento, esploda la carica emotiva dell’artista: così, come una sublimazione della sofferenza che dall’individuo si allarga alla società tutta, i temi riguardanti i mali della società diventano assolutamente predominanti.

La guerra, la fame, l’ingiustizia, l’egoismo, la droga, l’ecologia, i diritti dell’infanzia violata, l’emarginazione, lo scorrere dell’esistenza nella sua ambiguità tra vita e morte, il destino degli uomini, sono tutti temi cari a Bottiroli che “esplodono” nella maggior parte delle sue opere dal 1979 in poi.

Anche quando il tema non è prettamente “sociale”, come nelle nature morte e nei paesaggi, il messaggio è veicolato attraverso simboli onnipresenti come le rondini e le colombe morte, le candele, le maschere.

Naturalmente lo stile di Bottiroli da qui in poi cambia prendendo una forma personalissima e quasi definitiva: i colori diventano più forti, predominano i rossi e i gialli (tanto cari all’artista); il tratto è più netto e drammatico e le opere che ne scaturiscono sono assoluti capolavori.

L’arte non è più solo poesia, è anche denuncia… netta, chiara, “commovente”.

E qui c’è davvero tutta la grandezza di Carlo Bottiroli!

L’Olocausto – 1982
Olio su tela, cm 90×100

Bottiroli è poi una persona sensibile e sente la necessità di comunicare attraverso l’arte il dolore che egli prova rispetto ai grandi problemi della società contemporanea: la guerra, la fame, la tossicodipendenza, la distruzione dell’ambiente naturale, l’egoismo, l’emarginazione, l’olocausto, l’offesa ai diritti dei bambini…

Sogno di Arlecchino – 1981
Olio su tela, cm 50×70
Le rondini 1986
Olio su masonite, cm 63×73
Vecchio clown – 1981
Olio su tela juta, cm 90×110
La rocca – 1987
Olio su masonite, cm 58×78
L’ultima dose – 1989
Olio su masonite, cm 90×130
I quattro cavalieri – 1989
Olio su tela juta, cm 120×145
Rose bianche – 1989
Olio su masonite, cm 50×60

La rosa, fiore prediletto da Carlo Bottiroli, è uno dei suoi soggetti preferiti. L’artista eseguiva dipinti di rose di tutti colori: bianche, gialle, rosse, rosa, viola e blu (la cosiddetta “Soraya”).

Questo genere di dipinti sono talmente caratteristici da meritare l’unicità del nome di “Rose di Bottiroli”.

La vittima – 1988
Olio su tela, cm 80×90
La sbronza – 1988
Olio su tela, cm 80×90
L’abbaino – 1988
Olio su masonite, cm 85×140
Maschere – 1988
Olio su masonite, cm 100×140
La fascina – 1989
Olio su masonite, cm 100×130

La madre di Carlo Bottiroli, Angiolina, grande lavoratrice, ha ispirato l’artista nell’esecuzione di quest’opera di grande suggestione.

Il brindisi – 1989
Olio su masonite, cm 100×100

“Il Brindisi” rappresenta la scena dei numerosi e felici Capodanno trascorsi con la moglie Elena: le figure sono due, ma gli occhi non sono quattro ad indicare la fusione emotiva dei due personaggi.

La pagoda – 1989
Olio su masonite, cm 100×100

PERIODO PRECEDENTE – GLI ANNI SETTANTA

PERIODO SUCCESSIVO – GLI ANNI NOVANTA E 2000