DALLA TELA JUTA AL PERIODO AZZURRO
Gli anni 70 rappresentano la prima grande svolta stilistica e tematica di Carlo Bottiroli.
Dopo alcune opere singolari a carattere quasi metafisico (pubblichiamo in calce “L’annegato”) troviamo, infatti, nei primi anni del decennio, quadri di grandi dimensioni, tutte su tela juta (si racconta che l’artista si facesse regalare i sacchi del caffè d’importazione per realizzare la tela) a
riprova della volontà del Maestro di dare, oltre alla forma ed al colore, anche la materia.
La prima serie di opere degli anni 70 è caratterizzata da
soggetti davvero toccanti, in particolare predomina il tema
della famiglia in senso lato.
SU TELA JUTA
Nella seconda metà del decennio compaiono le opere del suo “periodo azzurro”: paesaggi carichi di poesia dove elementi, riflessi e luci diventano forme schematiche anticipando quella che sarà definita “la pittura a tocchetti”.
Sono opere intrise di poesia e commozione.
In questo periodo Bottiroli inizia a definire anche il suo personalissimo stile nella raffigurazione dei volti.
La figura, composta da pochi segni netti, supera l’esigenza
della fedeltà minuta per concentrarsi sull’espressione, sulla
carica interiore, sul messaggio.
Le opere del “periodo azzurro” annunciano già la definizione dello stile particolarissimo di Bottiroli che culminerà presto in grandi opere come “Strage degli innocenti” (1979) che danno il via al periodo più importante e produttivo dell’artista.
L’utilizzo di forti tratti in vernice nera per creare il disegno, la scelta di colori forti e di impatto sono le due caratteristiche principali delle opere di Carlo Bottiroli.
Negli anni 70 compaiono anche i primi “omaggi” di Bottiroli ad artisti celebri (“Omaggio a Pablo” ed “Omaggio a Chagall”) rispettivamente del periodo su tela juta e del periodo azzurro): è un’esigenza di Carlo Bottiroli riconoscere un tributo ai grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea; un segno di stima che si concretizza nel modo più semplice ed importante: riconoscere con l’arte l’importanza dell’arte, attraverso l’artista la grandezza del maestro.
Il paesaggio non è mai la riproduzione fotografica e fedele di ciò che l’artista osserva, ma la trasformazione del reale mediata dalle emozioni che la situazione suscita nell’artista, allo stesso modo degli impressionisti francesi, ma con un’impronta del tutto originale.