LA PUNTA DI SPATOLA
Negli Anni ‘60 Carlo Bottiroli sperimenta la tecnica della “punta di spatola”.
La spatola è un attrezzo caro all’artista e lo utilizzerà per molti anni: il suo desiderio è quello di dare alle opere oltre che la forma ed il colore, anche la materia.
Nei dipinti di questo periodo egli utilizza tuttavia la spatola anche e soprattutto “di punta”.
In una prima fase, predomina il colore rosso in tutte le sue sfumature che presto lascia il posta ad una più ampia cromia, all’uso più versatile della spatola, all’ingresso del pennello.
I soggetti preferiti sono quelli appartenenti alla sfera affettiva: la moglie, la propria famiglia, i paesaggi romani (dove l’artista ha vissuto per alcuni anni), raffigurazioni della sofferenza di Cristo ed angoli poetici che trasmettono messaggi talvolta nostalgici come “Alla deriva”.
I luoghi dell’infanzia dell’artista, a lui molto cari ed i ritratti dei suoi figli, gli aprono la strada verso una pittura più impegnativa.
Carlo Bottiroli era anche un fervido credente: per questi motivi il soggetto religioso è ricorrente nelle sue opere.
Spiccano sicuramente i numerosi Cristi nei quali, ancora una volta, a muovere la mano dell’artista è il suo sentire personale: ecco, allora, che il significante va oltre al dogma, è il dolore del profeta, della vittima.
Così diventa inevitabile il passaggio dalla dimensione intima e spirituale al bisogno di “parlare” all’umanità tutta.
“DONNA ELENA”
Nell’opera “Il boa” l’artista ha raffigurato la moglie (“Donna Elena”, così era stata soprannominata dal critico d’arte Alessandro Barberis), sempre al fianco del marito e sua accanita sostenitrice in tutti i sensi.
I SIMBOLI
Negli Anni ’60 Carlo Bottiroli inizia ad inserire e raffigurare nelle sue opere alcuni simboli che ritroveremo spesso nella sua produzione: le candele, le maschere e, successivamente, anche rondini e colombe bianche.